LA QUARTA PARETE

Trascorsi ormai più di dieci anni dall’abbandono quasi totale del colore, con questa serie di opere, la produzione artistica si scrolla di dosso la drammaticità delle figure monocromatiche e prende nuova vita attingendo dalla linfa dei pigmenti. Da qui la creazione di mondi al limite del reale, popolati da animali, vere allusioni agli impulsi della sfera affettiva emozionale. Le opere si illuminano di luce; le tigri prendono il posto degli uomini insieme ai graffiti, in un’atmosfera caratterizzata da sensazioni contrastanti, forti disagi e labili convinzioni. Tutto diventa relativo, niente è più sicuro. Forza e debolezza si equivalgono; le paure diventano sollievo e le certezze si sgretolano, in un contesto urbano decadente che fa trasparire l’instabilità della realtà contemporanea. Queste si trasformano in piccoli palcoscenici teatrali nei quali le tigri dialogano con lo spettatore e lo invitano a nutrire le proprie passioni per evitare che queste finiscano per divorarlo.